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pregi dell’antico e del contemporaneo

Vecchio e nuovo, aggiustare, restaurare, recuperare, sono concetti semplici che nella pratica sfociano in due azioni molto diverse  –  ripristinare l’oggetto o l’edificio così com’era prima dell’invecchiamento o del danneggiamento  cercando per quanto possibile di rendere invisibile l’intervento  –  oppure ridare funzionalità a ciò che era stato danneggiato dal tempo o dall’incuria mettendo in evidenza, dando risalto all’intervento, usando materiali moderni in contrasto con quelli originari.
Queste poche righe sono solo brevi riflessioni personali senza alcuna presunzione di aggiungere nulla alla teoria del restauro.
Per me è assodato da molto tempo e credo che chiunque si occupi di restauro e di design condivida questa seconda prassi come l’unica corretta.
Dare evidenza ai pregi dell’antico e del contemporaneo. Prendere il danno come occasione, non per ripristinare, ma per andare oltre e creare qualcosa di nuovo che sommi le virtù dell’antico e del contemporaneo.
Questa prassi dovrebbe essere presa a prestito, con tutte le riflessioni e le varianti possibili, per la produzione artigianale o industriale (perché no?) di nuovi oggetti a partire dal riciclo di cose vecchie o usurate.
Nuovi oggetti che contengano il fascino dell’antico o semplicemente recuperino il vecchio, che esibiscano le loro imperfezioni come fregi preziosi ed esaltino il connubio tra materiali e gusti diversi in un emozionante e poetica riproposizione. 

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