Progettare un oggetto con una propria personalità è una questione di stile.
Cosa sará mai questo stile?! Lo stile é fatto di segni riconoscibili, di colori, di forme, di un insieme di simboli che appartengono ad un gruppo sociale, ad un territorio ad un certo periodo storico.
Barocco, Gotico, Rococó, Luigi XVI, Impero, Liberty, Biedermeier, Decó, Moderno, Pop, e poi chi piú ne ha piú ne metta, tutta questione di stile!
Non é architettura, non arte, neanche arredamento o design, non sono accessori o moda. Sono tutte queste cose messe insieme che in un certo momento assumono certe forme, una certa decorazione o nessuna decorazione, certi colori e certi materiali, un vento colorato gonfio di un profumo preciso che sparge ovunque certi segni riconoscibili.
Come sarebbe bello, tranquillizzante, semplice avere uno stile a cui attingere per disegnare case, divani, piatti, sedie, scarpe, abiti, gioielli, pettinature.
Ma ce l’abbiamo! La moda, no?!!! Ecco! Tutto quello che abbiamo é un venticello che ad ogni stagione cambia direzione, colore, forma.
Valori: zero!
Forme persistenti: zero!
Decorazioni condivise e riconoscibili: zero!
Il nostro stile é quello liquido e coloratissimo in cui tutto e il contrario di tutto vanno sempre benissimo!
Tutti possono inventarsi uno stile.
Renderlo esclusivo, personalissimo e affermarlo facendo spuntare ovunque imitatori. Basta crearsi delle forme, assumere dei colori, sposare un certo sapore, restare fedeli ad un mix preciso di segni che ci siamo scelti.
Ci vuole un progetto! Mai come in questi tempi liquidi vale la pena cercare di averne uno.
Rubare una copia sbagliata di una poltrona barocca e coprirla con una texture colorata presa da un paesaggio di Seurat, o con le geometrie di Mondrian.
Trasformare un orecchino Decò in un oggetto hi-tec o in un monocromo pop.
Fingere un’antica scrittura mesopotamica per decorare il piano di un tavolo.
Contaminazione! Questo è lo stile del nostro tempo.
Ci vuole cultura, coraggio, creatività, per mescolare il sacro con il profano, sensibilità lontane secoli e migliaia di chilometri. E’ una questione di stile nuova, che torna a investire i modi di vivere, uno stile fatto da un’infinità di microcosmi che si incontrano, si scambiano informazioni, si fondono dando vita a nuove filosofie, nuovi cibi, nuove sensibilità, creando oggetti mai visti prima.
Siamo un po’ allo sbando, persi in una fantastica discarica di tesori in disuso, un immenso patchwork in cui è impossibile individuare uno stile con le vecchie caratteristiche che ogni stile ha sempre avuto prima.
In questo oceano ondoso ogni azienda ha la necessità di mostrare un proprio stile, la forza di distinguersi nel grande patchwork, come una pezza un po’ più grande, o più colorata, o fatta di un materiale strano, o lucida, magari dalla superficie ispida, o con una forma diversa da tutte le altre.
E’ molto più di una questione di stile!
Nell’immagine – Poltrona Proust di Alessandro Mendini: riedizione Geometrica.