IDENTITÁ OLFATTIVA
Chi ha una identità olfattiva?
Il profumo giusto aiuta a vendere?
Pecunia non olet? È proprio vero che il denaro è inodore?
Sembrerebbe di no. Forse a prima vista, a prima sniffata… Ma allora perché i grandi marchi pagano fior di quattrini nasi celebri per mettere a punto la propria fragranza. Quel tipo di profumo che poi verrà sparso a piene mani, si fa per dire, nei megastore di tutto il mondo.
Qualche anno fa raccontavo di tre artisti di Melbourne che avevano affidato a Integra Fragrances, una società specializzata nella progettazione di IDENTITÁ OLFATTIVE, la creazione di una fragranza davvero unica. L’aroma richiesto era il profumo che si espande all’apertura per la prima volta della confezione di un prodotto Apple. Odore di pellicola trasparente che copre la scatola, di inchiostro stampato sul cartone, di colla, della carta e di plastica all’interno della scatola e, naturalmente, quello del computer portatile in alluminio… Il profumo ottenuto era stato diffuso negli ambienti della mostra da Aroslim, un emanatore ipertecnologico.
Se il profumo aiuta a vendere e stuzzica il più animale dei nostri sensi di certo si può usare per fare scandalo e moltiplicare l’attenzione sui social. Così Gwyneth Paltrow ha messo in vendita un suo personalissimo profumo. 75 dollari per una candela dalla mescola non originalissima – geranio, bergamotto agrumato, cedro, rosa damascena e ambra – ma dal nome decisamente forte: ‘L’odore della mia vagina’.
L’attrice ha spiegato che : “È iniziato tutto come uno scherzo tra me e il profumiere Douglas Little. Stavamo lavorando a una fragranza quando me ne sono uscita con: “Uhhh…queste essenze somigliano all’odore di una vagina”. Così abbiamo concepito questo profumo divertente, sexy e inaspettato.
Il sesso come si sa tira e la candela a cui sono stati aggiunti con altri 39 dollari anche due rotoli di carta igienica firmata, è andata esaurita in poche ore.
Niente di nuovo.
Invenzioni, creatività e… scemenze! Ma mica tanto.
L’idea di creare una propria identità olfattiva invece è una cosa seria. Da diffondere nei negozi, nel proprio stand in fiera. Da impregnarci cataloghi e biglietti da visita.
Nel frattempo sembra vicino il tempo in cui potremo comporre essenze odorose sul nostro pc, magari utilizzando programmi innovativi, esaolfattivi, tipo scentshop, da diffondere con i nostri smartphone.
Mio figlio di mezzo, a tre anni, mentre passavamo tra i campi concimati, dopo aver fatto un respirone plateale esclamava sempre con la sua erre moscia molto noblesse – Odore di natura!