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Scegliere la carta per la stampa

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Se stiamo per stampare il nostro prossimo catalogo aziendale, la brochure della nostra attività, la cartolina di un invito ad un evento o anche solo un semplice biglietto da visita ricordiamoci di scegliere la carta per la stampa giusta.
Di carta per la stampa ce n’è di tutti i tipi: patinata lucida e opaca, tanto per iniziare proprio dalle cose semplici, uso mano, goffrata, vergata, opalina, filigranata, perlata, metallizzata, autoadesiva, riciclata, accoppiata, marcata, naturale, traslucida, gessata, tessile, colorata in massa, bicolore, ecologica, vellutata, avoriata, trattata…
Così tanto per dare un’idea del mondo infinito che si potrebbe esplorare ogni qual volta si decide di stampare qualcosa.
La scelta della carta non è secondaria, spesso cambia la resa della nostra pubblicazione da meraviglia a schifezza e viceversa.
Ovviamente più ci si avventura nella scelta di carte elaborate più si rischia di commettere errori pesanti. Al contrario rinunciando a priori a qualsiasi sperimentazione si resta inchiodati alle solite cose viste e straviste.
Comunque ci sono diversi motivi per cui alla fine, nella stragrande maggioranza dei casi, si usa una patinata qualsiasi. Il prezzo, normalmente decisamente più economico. La qualità del risultato finale, generalmente garantita dalle tipografie, a fronte invece di “se” e “ma” sollevati a iosa nell’ipotesi di voler usare carte meno comuni. La facilità di reperibilità in tempi rapidi.
Se però si punta ad ottenere un qualche effetto speciale, se si vuole parlare con la carta, dare la sensazione di aver cercato un materiale che aggiunga significato ai contenuti della stampa, allora si apre un territorio sconfinato di possibilità.
Teniamo presente che stampare solo del testo usando un solo colore è molto diverso dallo stampare  grandi immagini a tutta pagina in quadricromia, nel primo caso potremo scegliere praticamente qualsiasi supporto senza grandi differenze, nel secondo qualsiasi lieve variazione nella qualità della carta per la stampa cambierà il risultato finale.
L’esperienza alla fine è quella che conta, aver fatto un sacco di sbagli aiuta a capire cosa succederà usando una carta anziché un’altra.
Cerchiamo una tipografia di cui poterci fidare, che ne sappia di carta per la stampa, confrontiamoci e qualche volta proviamo a rischiare, il risultato non sarà mai così terribile.
Divertiamoci a scegliere il materiale giusto visto che il gioco durerà ancora per poco!
Fino a quando non verrà vietato l’uso della carta a tutto vantaggio di tablet, smartphone, schermi supersottili pieghevoli a memoria infinita e tutto quello che verrà. L’umanità si abituerà velocemente così come ci siamo abituati alla scomparsa delle tavolette di cera prima, e ai mille utensili da grafici spariti in questi ultimi vent’anni, tecnigrafi, trasferibili e cow–gum tanto per dirne qualcuno e rinfrescarci la memoria.

Si vende che è una bellezza

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Un prodotto curato, ben vestito si vende che è una bellezza!
Tutti abbiamo qualcosa da vendere tutti i giorni. Se siamo aziende produttrici le nostre merci ai negozi, se siamo negozianti una certa gamma di prodotti, se siamo artigiani la nostra manualità e la nostra esperienza, servizi se offriamo servizi, se siamo professionisti le nostre competenze.
Tutti vendiamo noi stessi.

E la mattina prima di uscire di casa tutti ci diamo un’occhiata allo specchio per garantirci che la nostra immagine corrisponda a quello che vorremmo comunicare di noi, da Miss Mondo al Gobbo di Notre Dame funziona più o meno così per tutti.
A parità di prezzo e con le stesse qualità intrinseche, gli oggetti, i servizi, e le professionalità che si offrono in modo più curato o mostrando un’immagine più appropriata vendono molto di più.
Direte che è ovvio.
Mica vero!
Basta fare un giro tra le bancarelle del mercato per rendersi conto che questa consapevolezza non appartiene a tutti. Basta guardare le vetrine dei negozi, alcune curate in modo perfetto in cui il prodotto balza letteralmente fuori, altre disastrate che se non ci fossero sarebbe meglio.
Basta navigare tra i siti internet delle aziende per vederne di cotte e di crude. Tra i tantissimi siti ben fatti, aggiornati, dalle splendide immagini e dai contenuti allettanti, si incontrano reperti archeologici e grafiche traballanti, testi scritti come pensierini delle elementari ma con paroloni altisonanti, immagini come santini sbiaditi.
I prodotti poi sono vestiti in tutti i modi. Ci sono oggetti che vengono proposti in confezioni meravigliose e altri, della stessa categoria, che vengono buttati sul banco nudi e crudi, semiagonizzanti. 
Sappiamo tutti quanto sia importante un packaging appropriato, accattivante, che qualche volta addirittura ci sorprenda per l’invenzione, la grafica, i materiali inusuali, scatole, carte, shopper, etichette, foglietti delle garanzie con le istruzioni, nastri, velluti e rasi, cartoni speciali e plastiche stampate, estruse o soffiate.
Un bel packaging fa metà della vendita, conferma, esalta o distrugge le qualità dell’oggetto che contiene.
Così per l’immagine delle aziende.
Investire in design e comunicazione paga. E’ l’essenza dell’azienda se diamo per scontate le caratteristiche qualitative dei servizi e dei prodotti che si offrono.
Un prodotto funzionale, progettato bene, ricco di contenuti innovativi, dalle innegabili qualità estetiche si vende che è una bellezza! Se poi lo si comunica con cura, con testi e immagini appropriate vestendolo con un packaging che ne enfatizza il fascino ed infine esponendolo in uno spazio corretto e con la giusta luce, il gioco è fatto!
Meglio una cosa utile e bella che una inutile e brutta, diceva un noto personaggio televisivo di qualche anno fa.
Ovvio! Ma mica tanto!

 

Profumo che dà alla testa

Per continuare a parlare di sensi.
Greatest Hits è un gruppo di tre artisti di Melbourne che pochi mesi fa affidarono ad Air Aroma la creazione di una fragranza davvero unica per una loro mostra. L’aroma richiesto era il profumo che si espande all’apertura per la prima volta della confezione di un prodotto Apple.
I fan di Apple sanno certamente riconoscere l’odore di un Mac Book Pro appena scartato. Il profumo creato per Greatest Hits, spiegano quelli di Air Aroma “…racchiude l’odore della pellicola trasparente che copre la scatola, l’inchiostro stampato sul cartone, l’odore della carta e di plastica all’interno della scatola e, naturalmente, quello del computer portatile in alluminio che ci è stato spedito direttamente dalla fabbrica dov’è stato montato in Cina. Il processo di creazione di questa fragranza è iniziato con un primo incontro con il cliente per capire il concept e l’effetto desiderato. Una volta stabilito questo, abbiamo inviato ai nostri fornitori di profumi nel sud della Francia i campioni con l’odore di colla, plastica, gomma e carta. I designer di Air Aroma hanno utilizzato questi campioni come ingredienti per creare una gamma di essenze e fonderle. Le miscele, ciascuna realizzata con ricette uniche sono poi state testate in laboratorio da Air Aroma fino ad individuare e selezionare la fragranza definitiva.” Il profumo è stato diffuso con Aroslim per tutta la durata dell’ esposizione dei Greatest Hits a Melbourne come parte della loro esibizione al West Spazio, intitolato ‘standard de facto’.
Dispiace per i maniaci della casa di Cupertino ma l’unboxing profumo di Apple è stato creato solo per questa mostra particolare e non è disponibile per uso personale.
www.greatesthitswebsite.com
www.integra-fragrances.com
www.air-aroma.com

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