l’imperfezione è bellezza!
Amo sempre di più l’imperfezione.
L’imperfezione che distingue l’azione dell’uomo dal prodotto delle macchine.
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Mi piacciono divani di pelle segnati dagli anni.
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Amo le tavole graffiate dal tempo.
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Metto volentieri maglioni sformati ancora morbidi e caldi fatti apposta per i miei jeans rattoppati.
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Bevo volentieri certi rossi ancora quasi grezzi che sanno di legno e terra.
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Cerco gioielli con pietre segnate da inclusioni e fratture.
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Bello camminare su vecchi pavimenti di marmo in cui piccole crepe giocano con le venature.
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Faccio volentieri immagini mosse, slavate, dai colori improbabili, rigate e sfocate. È una faticaccia lottare contro la perfezione degli smartphone ma si fa.
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Inutile cercare giustificazioni, i nostri sensi persi nel deserto della perfezione delle macchine ci chiedono superfici vissute da toccare, immagini dense di segni da guardare, suoni rauchi carichi di emozioni da sentire, cibi dai sapori ogni volta nuovi che sappiano della terra da cui sono venuti.
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I segni spesso impercettibili dell’imperfezione rendono la nostra esperienza quotidiana assolutamente personale.
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L’imperfezione è bellezza!
Ricordiamocelo quando pensiamo alle produzioni, al packaging e alla comunicazione.