UNA CREATIVITÁ ESAGERATA
Esagerare è una gran bella tecnica creativa.
Nella realtà quasi sempre il mio lato folle che tende a produrre “esagerazioni” è mitigato da consapevolezza, rigore, senso del limite, funzionalità… e da clienti con budget molto precisi.
Alla faccia di tutti quelli convinti che – si possa far tutto, purchè non si esageri – vi racconto per l’ennesima volta un po’ di esagerazioni creative.
– Collezioni fatte di frammenti rubati ovunque. Materiali, forme, colori, stili da rimescolare in un nuovo tempo, in una nuova forma, in uno stile che appartiene solo a noi.
– Un LOGO semplice, un segno, uno solo, sottolineato da un breve pay–off straniante.
– I colori naturali sono una noia. Ma esistono i colori naturali? Meglio colori acidi, fluo, pastelli appena percettibili o saturi come schiaffi.
– Vetrine invisibili. Da svelare al tatto, al suono di parole magiche, digitando password licenziose.
– Un grande stand? Bisogna accentuare verticalità o orizzontalità.
– Un piccolo stand? Può diventare immenso con un’idea semplice, un materiale usato in modo originale, una trasparenza, una luce, una chiusura.
– Fotografiamo con pochissima o tantissima luce. Sotto e sovraesposizione a go–go.
– Il racconto del lavoro, dell’azienda, la didascalia di un prodotto… scritte con parole inusuali, semplici, emozionanti, con il ripetersi ritmico di un suono, la descrizione ripetitiva di un momento.
– Prodotti che parlano, anelli grandi, rotondi come palle di Natale, cuscini da attorcigliare, mensole da arrotolare…
– Lo spazio vuoto e la pagina bianca sono gli spazi più creativi su cui far galleggiare grandi immagini in movimento.
– Cataloghi da esplorare attraverso i colori, senza i numeri delle pagine.
Dimentichiamoci per un secondo del buon senso, delle regole, dell’equilibrio e della misura… ci sarà tempo poi di segnare il limite, di rendere funzionale, comprensibile, economico…
Salviamo l’idea esagerata, quel guizzo che non merita di trasformarsi in un brodino tiepido.