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Quello che ci frega sono le abitudini

Quello che ci frega sono le abitudini. La coazione a ripetere ci fa compiere azioni in modo del tutto inconsapevole, senza porci domande, senza ricordare i risultati di quelle azioni. 
Attenzione! L’errore non sta nella ripetizione ma nella consapevolezza. Se, fatte le debite considerazioni scelgo di ripetere va benissimo. Posso fare le stesse cose tutta la vita ed essere felice. Posso scegliere sempre lo stesso tratto, lo stesso colore, lo stesso font, la stessa forma… ed essere creativo. La trappola è non porsi la domanda – In quanti altri modi potrei fare quello che sto facendo? È giusto usare quel colore? È corretto che i margini del mio impaginato siano tutti uguali, come sempre? Le pareti hanno colori uniformi, senza segni, senza decori… è giusto? Scrivo con caratteri di dimensioni sempre uguali, va proprio sempre bene? Porsi le domande giuste ad ogni piè sospinto è una grandissima rottura di scatole ma aiuta molto, anzi è indispensabile se vogliamo che ci capiti ogni tanto di realizzare qualcosa di diverso, di emozionante, magari anche qualcosa di brutto… ma con la consapevolezza del perchè. Facendo il creativo di mestiere capita di innamorarsi di certe cose, di un’atmosfera, di un ritmo, di una luce, di certi colori, di forme che finisci per considerare tue, di un certo tipo di faccia, di materiali… è il risultato di tutte le ricerche e delle sperimentazioni che hai fatto, diventa tutto parte del tuo mondo e viene automatico dare tante cose per scontate.
Quello è il momento per saltare dalla finestra, metaforicamente parlando si intende. Rischiare la faccia, prendere strade mai percorse, magari cambiare soltanto la propria palette e scegliere  tonalità nuove. Nuovo è creativo.

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