Oggetti stupidi, design e ergonomia.
Come si sta a pranzo quando il tavolo è alto 75 centimetri?
E con piani espositivi a 2 metri? Banchi di vendita troppo profondi? Orecchini pesanti e bracciali che sbattono? Luci che abbagliano e monitor dai riflessi fastidiosi? Sedute che si infossano da cui sembra impossibile rialzarsi?
Da quanti oggetti stupidi siamo circondati?
Ci si dimentica troppo spesso che il design ha a che fare con il corpo umano. La nostra altezza, la lunghezza delle gambe e delle braccia, la dimensione delle nostre mani e delle dita, l’altezza del nostro punto di vista rispetto al pavimento, i movimenti che il nostro corpo con le sue tante articolazioni è in grado di compiere, tutte queste variabili dovrebbero essere tenute in gran conto nel progettare gli oggetti che ci circondano, gli strumenti del nostro lavoro e gli ambienti in cui viviamo. Design e ergonomia dovrebbero essere sempre strettamente legati per migliorare le prestazioni e rendere confortevole l’uso degli oggetti. Design e ergonomia diventano fondamentali nell’innalzare la qualità delle attività lavorative. Attività che richiedono spesso di mantenere per lungo tempo la stessa posizione ripetendo gli stessi gesti con alti rischi di danneggiare nel tempo il nostro corpo.
A volte non ci accorgiamo nemmeno che un oggetto è progettato male fino a quando non abbiamo la fortuna di usarne uno ben fatto. Nel progetto di oggetti d’uso, non di semplici sculture, anche lo schiribizzo creativo più stravagante dovrebbe adattarsi almeno un po’ alle persone che ci avranno a che fare. Se poi l’invenzione estetica audace viene applicata all’allestimento di vetrine, a spazi espositivi e punti vendita, non tener conto del cliente è quanto meno controproducente. Borse, contenitori, attrezzi per la cucina e un sacco di oggetti che prendiamo in mano tutti i giorni vengono spesso progettati e prodotti senza verificare fino in fondo l’efficacia delle loro funzioni e il grado di soddisfazione, anche solo tattile, che comunicano. I designer dovrebbero avere sempre in tasca un metro e magari anche un calibro per tradurre in centimetri la soddisfazione e la repulsione, per capire cosa differenzia un oggetto stupido da uno intelligente.
A proposito, un tavolo da pranzo dovrebbe essere alto 72 centimetri!
Nell’immagine gli studi sull’ergonomia compiuti da Le Corbusier con il MODULOR alla fine degli anni quaranta.
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