MOBILI IMMOBILI
Non c’è niente di piú immobile dei mobili.
Gli arredi una volta messi in casa per lo piú restano lì immobili fino al prossimo trasloco.
Di gente come mia nonna che spostava tutto almeno una volta al mese non ce n’è tanta. Anche perchè non è facilissimo. I più non hanno il carisma di mia nonna che sapeva imporsi senza lasciare scampo e pochissimi hanno tavoli e armadi dotati di ruote. De Padova trent’anni fa aveva rieditato i mobili degli Shakers i puritani del Maine ormai famosi quasi soltanto per aver messo le ruote alle gambe dei tavoli.
E allora perchè non sfatare il mito? Perchè non far muovere i mobili? Esagerare, metterci motorini elettrici e sensori come ai mangiapolvere automatici e ai rasaerba in modo da trovare tutto in un altro posto la sera rientrando a casa. Perchè non far oscillare le librerie? Perchè solo il carrello portavivande può farsi un giro ogni tanto? Poi ci sono lampade e luci in movimento, tende oscillanti e tappeti volanti. C’è stato un periodo in cui mettevo le ruote quasi a tutto come gli Shakers. La soddisfazione maggiore me l’ha data un tavolino basso rotondo con tre grandi ruote che i miei figli facevano girare come una trottola. Belle anche le candele disegnate da Ingo Maurer che oscillano ancora la notte appese in giardino.
Designer di arredi e complementi raramente pensiamo al movimento.
Spostare i mobili di casa, degli uffici, dei negozi, dei ristoranti, delle sale riunioni e ricombinarli in modi sorprendenti è di sicuro un gioco divertente ma molto spesso è la soluzione a piccoli e grandi problemi di spazio, di disposizioni che in un modo possono esaltare la funzionalità di certi pezzi e in un altro ne mettono in evidenza la presenza scenica o più prosaicamente ci fanno guadagnare un po’ di spazio.
E allora largo ai mobili che si trasformano, si allungano, si piegano e si scompongono, si illuminano, ondeggiano, ruotano, si avvitano e si capovolgono. Divani che si spogliano e che si frantumano per ricomporsi in altre forme e altri colori. Che bello il tavolo Campo D’oro di Paolo Pallucco e Mireille Rivier per De Padova, un trapezio allungatissimo che diventa un quadrato o mille forme spezzate unite da cerniere per altre infinite trasformazioni.
Giochiamo a spostare i mobili, mettiamoli in relazioni diverse, mostriamone aspetti prima nascosti, faciamoli ondeggiare, cambiamo il mondo! Almeno quello piccolo in cui viviamo ogni giorno.
Basta con i mobili immobili! Mandatemi immagini di mobili in movimento!
Ci vediamo a Milano la settimana prossima al Salone del Mobile.
Meglio ancora al Fuorisalone! In giro per la città, dove tutto è in movimento!
See you
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