TUTTI IN FIERA
Settimane convulse di fiera in fiera.. fiere che si accavallano a Milano, a Vicenza, a Rimini…
Un lavorio frenetico intorno agli ultimi ritocchi sugli stand, alle nuove collezioni, alle immagini, alle brochure, stampe, video, modelle, receptionist … tutto un mondo da inventare che durerà quattro, cinque giorni e, si spera, alimenterà il lavoro dei prossimi mesi.
Cose che filano via lisce che proprio non ci speravi e rogne da improperi in tutte le lingue immaginabili, con un uso colorito e greve di tutti i dialetti natii che da buon lombardo/veneto non mi risparmio proprio.
Alla fine ci si arriva sempre.
In un modo o nell’altro l’azienda mostra la sua faccia.
Bella, liftata, senza nulla fuoriposto da sembrare finta o tutta sgarrupata come ci fossimo svegliati di colpo cinque minuti prima e corressimo all’appuntamento della vita con le braghe del pigiama in mano, i calzini spaiati con la faccia e l’acconciatura di chi ha sbattuto contro un tram come in quella vecchissima pubblicità che recitava:
– Scusate! Abitualmente vesto Marzotto! – e mostrava uno stralunato impiegato di banca nel pentolone di una tribù antropofoga.
Poi c’è chi arriva in fiera esibendo il semplice splendore della faccia di tutti i giorni.
Niente trucchi pirotecnici, niente trovate esilaranti, solo se stessi, così come ci si presenta tutti i giorni al pubblico, alla clientela che ci riconosce subito con una certa soddisfazione. Si chiama Corporate Identity e non è una cosa che si trova per caso o si compra dall’agenzia strafiga, obbligatoriamente milanese, che impacchetta l’immagine della tua azienda con un bel fiocco a pois! E’ un percorso più o meno lungo, più o meno costoso, un cammino di persone che incontrano altre persone e insieme raggiungono la consapevolezza di dove vogliono andare, di chi vogliono essere, di cosa vogliono fare.
E al centro di tutto ci sei tu! Il paròn! Come si diceva affettuosamente una volta.
Padrone di un’idea che ti assomiglia, con la voglia di svilupparla e vederla crescere.
L’identità aziendale, il branding… ecc… ecc… e tutte le parolacce del marketing che vien voglia si frantumino i denti a chi le pronuncia, hanno un senso solo se partono dalla personalità dell’imprenditore, dai suoi valori, dalle sue passioni, così che sviluppando un progetto di marca, di identità aziendale si percepisca che è una cosa vera, una bella faccia che dica qualcosa, non un ghigno plastificato da contrabbandare per sorriso.
Un’azienda che produca quello che sa fare meglio, come lo sa fare meglio, senza inseguire tutti i mercati, piegandosi a tutti i venti col rischio di non avere più identità e nessun mercato.
Ecco, mi sono lasciato trascinare dalla foga!
Normale, siamo in fiera, se ne vedono di tutti i colori e si perde un po’ la testa.
Chi è andato a vestirsi di tutto punto alla boutique appena aperta in centro, chi si è messo i primi stracci che ha trovato e chi si veste da sempre in un certo modo, o almeno prova a capire a sperimentare come vuole essere, chi vuole essere, riuscendo a mostrare identità per essere riconoscibile in fiera e… dappertutto!