LA CONFEZIONE DEI REGALI DI NATALE
Qualsiasi regalo abbiate in mente di fare sappiate che la confezione è importante almeno quanto il regalo.
Questo se il regalo non dovete farlo ad un amico o a un cliente giapponese. In quel caso la confezione diventa infinitamente più importante del regalo.
Almeno una volta dovremo regalare bellissime scatole vuote come fossimo in Giappone.
E se invece si è scelto il solito maglione, un libro, una cravatta, un gioiello, il telefonino o un videogioco… Che fare?!
Non importa il regalo, l’importante è la confezione!
Il nostro regalo dovrà far venir voglia di fotografarlo prima di aprirlo e quasi, quasi lasciar spazio alla tentazione di non aprirlo proprio per evitare di profanare la nostra composizione.
Non pensate neanche per un attimo a rametti di pino, carte rosse e dorate, stelline, fiori, nastri… o ad altri ammennicoli del repertorio natalizio.
Useremo fogli di pluriball trasparenti o neri, oro se proprio non sapremo resistere ai colori natalizi.
Sacchi di iuta al profumo di caffè.
Fogli di giornale, puri e semplici quotidiani. Certo fanno più figo i titoli prestigiosi di The Times, Der Spiegel, Washington Post, Le Figaro e i caratteri esotici di quotidiani arabi, russi o cinesi.
Sciarpe, plaid e berretti potrebbero adattarsi a contenere il nostro cadeau, regalo nel regalo.
Farà la differenza un dettaglio, una macchia di colore, un profumo, un grosso bottone colorato, l’iniziale del destinatario grande e lucida.
E i pacchi aziendali?
Le fatidiche confezioni regalo destinate a dipendenti e clienti disegnano una gerarchia di lustrini inversamente proporzionale al valore del loro contenuto, sempre, assolutamente anonimo.
La personalizzazione minima?
Il biglietto, una frase, la firma del titolare.
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